Ue-farsa: minaccia Musk e lui la manda al diavolo
Giovanni Sallusti · 13 Agosto 2024
Cari ascoltatori, vi siete accorti della surreale guerra degli euroburocrati contro Elon Musk? L’Unione Europea ormai non è neppure una tragedia, è molto peggio: galleggia nell’universo della farsa. Già il solo fatto che esista un Commissario al mercato interno della Ue è un ossimoro: nessun mercato libero, autentico, nella tradizione del liberalismo occidentale ed europeo, ha bisogno di un commissario. Ne avevano bisogno i piani quinquennali sovietici, ne avrà bisogno magari la Repubblica popolare cinese. Non noi. Lo aveva capito Margaret Thatcher quando capì l’andazzo e avvisò tutti che non aveva nessun senso regolamentare da Bruxelles il mercato di un continente.
Allora, vi ho detto questa cosa perché il commissario suddetto è Thierry Breton, francese, e di continenti ne vorrebbe regolamentare addirittura due: nelle ore scorse infatti ha mandato una dura lettera a Elon Musk, il proprietario di X, relativa all’intervista a Donald Trump che Musk ha poi diffuso sulla sua piattaforma. Breton ha così ammonito, anzi minacciato Musk preventivamente (che è come se io salissi su un ring e minacciassi Mike Tyson): se i contenuti dell’intervista non fossero stati adeguati agli standard dell’Unione Europea su razzismo, inclusione, diritti, pseudodiritti, qualunque paranoia politicamente corretta dei regolamentatori, l’Unione Europea avrebbe preso provvedimenti in base ai suoi protocolli.
Elon Musk ha risposto peggio che se avesse fatto una pernacchia, lo ha trattato come un cameriere che ha sbagliato bottiglia: d’altronde i rapporti di forza sono questi, tanto che Ursula von der Leyen ha dovuto sottolineare di essere estranea all’iniziativa di Breton e assicurare che nessuno avrebbe mai toccato la sua autonomia. Perché? Perché per fortuna il leviatano euroburocratico non è più forte del capitalismo. Il capitalismo nordamericano, il libero mercato vero, quello senza commissari, è molto più potente dell’eurosoviet. Tant’è che la minaccia di Breton ha a malapena fatto irritare Elon Musk e ha addirittura innescato il dissociarsi della signora Von der Leyen.
La conclusione è che quando gli eurosignori parlano di liberalismo, questo termine lo usurpano, perché, come ha detto Steven Cheung, portavoce della campagna di Trump, “l’Unione europea è un’entità nemica della libertà di parola”: purtroppo ha ragione. Per fortuna è un’entità più farsesca che tragica.
Diego Nenci Di 14 Agosto 2024 alle 8:27
Fortunatamente la Costituzione Italiana tutela la libertà di parola all’art 24. È mostruoso che l’EU abbia potuto adottare un regolamento che ne prevede la censura.